Chiesa di San Giacomo (Sec. XII)
Scheda
La datazione, per motivi stilistici, andrebbe posta al XII secolo. Fu ubicata nei pressi di una porta urbica detta "Porta Montis" e successivamente inglobata nell'ampliamento urbano del XIV-XV secolo.
La presenza di questo edificio è legata ad una documentazione assai tardiva che trova la prima citazione nel 1367 per la promozione di fra Martino, rettore di San Giacomo e San Michele, a rettore di San Lorenzo.
Nel 1428 la chiesa assunse la dignità parrocchiale quando il Vescovo Bonifacio ne trasferì definitivamente tutte le prerogative da San Michele e nel 1483 il Vescovo Costantino Marenco si soffermò a vestire il rocchetto talare, prima della presa di possesso dell'Episcopato di Acqui. La chiesa ha il prospetto principale a salienti spezzati, scandito da due lesene. La facciata di epoca romanica è caratterizzata da una muratura in blocchi squadrati di arenaria di grande pezzatura sia nel settore centrale, sia in quello di sinistra, con successivi inserti in laterizio sino a rifacimenti di innalzamento (l'ultimo del 1871, come si legge in facciata), uniformati in passato da rivestimenti di intonaco di cui si scorgono le tracce; rimangono inoltre picchiettature e incisioni lineari sulla pietra per meglio far aderire la malta.
La struttura in arenaria è coronata da una serie orizzontale di archetti monolitici che si ripetono tre alla volta entro una campitura suddivisa da lesene. Al centro è un rosone, coevo al sottostante portale in pietra di Visone del 1598 che ha intaccato inferiormente l'originaria bifora centrale con archivolti sottolineati da due incisioni che percorrono la curvatura. A lato del portale sono due nicchie rettangolari tamponate, forse sede di elementi scultorei ad ornamento del portale primitivo. Le lesene in pietra sono state irrobustite inferiormente, sino a metà altezza, da contrafforti in laterizio.
Il prospetto verso la piazza ha un semplice paramento intonacato la cui muratura è stata rifatta nel 1888 in seguito all'abbattimento di cappelle, già trasformate in un portico, mentre quello opposto, non accessibile, è ancora l'originario in laterizio a vista con una fascia di pietra che sottolinea un fregio continuo di archetti pensili.
L'interno, inizialmente senza volte, presenta una pianta basilicale orientata a tre navate scandita da quattro pilastri a base rettangolare che mantengono l'impianto romanico, assieme alle arcate e alle murature soprastanti; il tutto è stato completamente intonacato e decorato nel 1912/13. Al fondo della navata principale si erge un presbiterio leggermente sopraelevato terminante con un'abside esagonale, rifatta nel 1683, serrata tra due sacrestie del 1725. Il campanile a base quadrata risale al 1430, come indica una lapide posta su un pilastro a parasta angolare, in piena sintonia con la muratura in laterizio e un fregio in dentelli tipico del periodo.
La chiesa conserva alcune opere d'arte in parte provenienti da altri edifici religiosi ora scomparsi. Sul primo pilastro, entrando a sinistra, mutili nella parte inferiore, che raffigura la MAdonna incoronata che sorregge il Bambino.
Sugli altari laterali si notano due tele di Michele Beccaria di Trisobbio figuranti a destra la Discesa dello Spirito Santo, proveniente dall'omonimo Oratorio scomparso nel sec. XVIII, e a sinistra una Crocifissione con ai lati San Pietro e San Giovanni Nepomuceno. La scultura lignea è rappresentata da una piccola Annunciazione, già appartenente alla confraternita della Santissima Annunziata, da un San Sebastiano di scuola lombarda del sec. XVI, appartenuto all'omonima Confraternita, e da due Crocifissi ottocenteschi.
La presenza di questo edificio è legata ad una documentazione assai tardiva che trova la prima citazione nel 1367 per la promozione di fra Martino, rettore di San Giacomo e San Michele, a rettore di San Lorenzo.
Nel 1428 la chiesa assunse la dignità parrocchiale quando il Vescovo Bonifacio ne trasferì definitivamente tutte le prerogative da San Michele e nel 1483 il Vescovo Costantino Marenco si soffermò a vestire il rocchetto talare, prima della presa di possesso dell'Episcopato di Acqui. La chiesa ha il prospetto principale a salienti spezzati, scandito da due lesene. La facciata di epoca romanica è caratterizzata da una muratura in blocchi squadrati di arenaria di grande pezzatura sia nel settore centrale, sia in quello di sinistra, con successivi inserti in laterizio sino a rifacimenti di innalzamento (l'ultimo del 1871, come si legge in facciata), uniformati in passato da rivestimenti di intonaco di cui si scorgono le tracce; rimangono inoltre picchiettature e incisioni lineari sulla pietra per meglio far aderire la malta.
La struttura in arenaria è coronata da una serie orizzontale di archetti monolitici che si ripetono tre alla volta entro una campitura suddivisa da lesene. Al centro è un rosone, coevo al sottostante portale in pietra di Visone del 1598 che ha intaccato inferiormente l'originaria bifora centrale con archivolti sottolineati da due incisioni che percorrono la curvatura. A lato del portale sono due nicchie rettangolari tamponate, forse sede di elementi scultorei ad ornamento del portale primitivo. Le lesene in pietra sono state irrobustite inferiormente, sino a metà altezza, da contrafforti in laterizio.
Il prospetto verso la piazza ha un semplice paramento intonacato la cui muratura è stata rifatta nel 1888 in seguito all'abbattimento di cappelle, già trasformate in un portico, mentre quello opposto, non accessibile, è ancora l'originario in laterizio a vista con una fascia di pietra che sottolinea un fregio continuo di archetti pensili.
L'interno, inizialmente senza volte, presenta una pianta basilicale orientata a tre navate scandita da quattro pilastri a base rettangolare che mantengono l'impianto romanico, assieme alle arcate e alle murature soprastanti; il tutto è stato completamente intonacato e decorato nel 1912/13. Al fondo della navata principale si erge un presbiterio leggermente sopraelevato terminante con un'abside esagonale, rifatta nel 1683, serrata tra due sacrestie del 1725. Il campanile a base quadrata risale al 1430, come indica una lapide posta su un pilastro a parasta angolare, in piena sintonia con la muratura in laterizio e un fregio in dentelli tipico del periodo.
La chiesa conserva alcune opere d'arte in parte provenienti da altri edifici religiosi ora scomparsi. Sul primo pilastro, entrando a sinistra, mutili nella parte inferiore, che raffigura la MAdonna incoronata che sorregge il Bambino.
Sugli altari laterali si notano due tele di Michele Beccaria di Trisobbio figuranti a destra la Discesa dello Spirito Santo, proveniente dall'omonimo Oratorio scomparso nel sec. XVIII, e a sinistra una Crocifissione con ai lati San Pietro e San Giovanni Nepomuceno. La scultura lignea è rappresentata da una piccola Annunciazione, già appartenente alla confraternita della Santissima Annunziata, da un San Sebastiano di scuola lombarda del sec. XVI, appartenuto all'omonima Confraternita, e da due Crocifissi ottocenteschi.
Tratto da:
Cassine: Terra di storia - Storia di Terra
a cura di S. Arditi e G. Corrado